Scheda dell’Opera

Titolo: Mare Nostrum

Tecnica: Scultura-Installazione realizzata con una boa ritrovata su una spiaggia intagliata in modo da formare la bocca e i denti di uno squalo. La coda è realizzata con una verga in ferro ripiegata e rivestita con cime cave dette ’calze’, generalmente usate per appendere i parabordi. (Collezione Privata)

Misure: 140 x 50 cm

Anno:2015

 
 

Testo – pensiero critico:

Mare Nostrum, appellativo con cui un tempo i Romani designarono il Mar Mediterraneo dopo averlo conquistato attraverso innumerevoli e sanguinose guerre, è anche il titolo di un’operazione militare e umanitaria atta a salvare i migranti lungo le cose italiane, e nome di battesimo di questa installazione di CAt che rimanda al dramma dei ‘viaggi della speranza’. Per mezzo di una logica semantica che con dinamicità coniuga visioni opposte rendendo l’una il completamento dell’altra, quest’opera diviene la commemorazione dei viaggiatori che partono abbagliati dalla luce bianca di un’improbabile salvezza e, nel mare che li inghiotte, invece trovano la morte. Una boa in resina che il mare ha usurato e sconfitto nel suo essere simbolo di attracco sicuro, attraverso uno squarcio che diviene bocca, si trasforma in uno squalo pronto a divorare. Immobile, il pesce guarda con le fauci spalancate e gli occhi fermi e immediatamente si è attratti, avvolti e inghiottiti dal nero di quegli abissi che, penetrando lo spazio circostante, ricordano che il mare, simbolo di nuove conquiste, ingurgita chi osa sfidarlo senza rispettare le sue leggi. Questo il messaggio che si evince dalla contrarietà dinamica di ogni particolare di questo lavoro: una boa diviene squalo, i denti bianchi, che richiamano la schiuma delle onde e la luce della speranza, si trasformano nel nero dell’abisso creato dalla bocca spalancata, riversandoci nelle profondità del mare, mare nero, come lo chiamavano i Greci perchè portatore anche di morte. E infine la coda, metà bianca e metà nera in questo gioco di opposti di cui tutta l’opera è permeata, è spezzata, non più un timone che mantiene la direzione, ma una barca che va alla deriva.

Mare Nostrum, titolo rassicurante di un’opera che è in grado d’inquietare e che ci obbliga a riflettere su quello che accade ogni giorno dentro e fuori i nostri confini.

(Elena Zorzella, dott.ssa in filosofia)

  

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