Scheda dell’Opera

Titolo: Capitolo 38

Tecnica: Installazione

Misure: Variabili

Anno: Giugno 2017

 
 

Testo – Pensiero Critico

È da qualche anno ormai che le installazioni di CAt interpretano i temi legati all’animo umano rispetto ai grandi misteri dell’esistenza. E anche in questo lavoro, studiato per integrarsi con il luogo ospitante, l’Arsenale di Bertonico, anticamente utilizzato per lo stoccaggio di legnami, e con il tema proposto da Naturarte, Horti Conclusi, non poteva mancare un contatto con il trascendente.
Riprendendo il pensiero di uno degli artisti che più rappresentano il paradigma dell’arte concettuale, co-fondatore del movimento dei Verdi in Germania, Joseph Beuys, il quale affermava “Non siamo noi a piantare gli alberi ma sono gli alberi che piantano noi”, in Capitolo 38 viene proposto un gioco di ruoli tra l’artista e il creato. Non è infatti CAt a comporre il cielo in un pezzo di giardino, ma il cielo a comporsi attraverso le sue mani. È la luna che con il suo abbraccio materno accompagna il visitatore dentro uno spicchio di universo, composto da un sole che sorge e insieme tramonta e da poche stelle che nascono dalla terra e scendono dagli alberi.
Composizioni leggere, che volutamente non confondono lo sguardo con il giallo pungente degli astri, ma entrano nell’ambiente in punta di piedi grazie alla materia di cui sono composte; metro pieghevoli in legno, sottili barrette unite insieme, sulla cui superficie sono incise le misure del mondo, misure che l’uomo ha voluto dare all’universo per fare ordine nei pensieri e nelle domande cui da sempre la filosofia, l’astronomia e le arti cercano invano di dare risposte certe.
Così l’uomo, inchinandosi con umiltà alla perfezione e alla bellezza del creato, ponendo domande legittime ma al contempo audaci, viene rimesso al posto che gli spetta di essere imperfetto.. E vanificando gli sforzi dell’Illuminismo che con risultati devastanti ha messo l’uomo al centro dell’universo, e grazie una delle pagine più significative che siano state scritte sulla nascita del creato, la natura e Colui che l’ha formata si riappropriano della loro centralità:

Allora l’Eterno rispose a Giobbe di mezzo alla tempesta e disse:

“Chi è costui che oscura il mio disegno con parole prive di conoscenza? Orsù, cingiti i lombi, come un prode; io ti interrogherò e tu mi risponderai. Dov’eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.

Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai, o chi tracciò su di essa la corda per misurarla? Dove sono fissate le sue fondamenta, o chi pose la sua pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di DIO mandavano grida di gioia? (Giobbe 38: 3-7 LND)

 
 

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